Rabac si raggiunge dall’Italia attraversando internamente l’Istria, passando dalla cittadina medioevale di Buzet (Pinguente in italiano) e poi lungo la splendida valle ai piedi del monte Učka. Si arriva poi nel centro di Labin (Albona) e si scende verso il mare, sino al centro di Rabac.
Tra le basse scogliere del lungomare di Rabac, facilmente raggiungibili con l’autovettura, si trovano brevi tratti di arenili ciottolosi che si affacciano su enormi distese di sabbia mista a posidonia. La profondità media dello spot si aggira sui 9/13 metri, tranne che nel canalone di entrata del porticciolo, dove in alcuni punti, si superano i 20/22 metri.
Da aprile a dicembre inoltrato, si pescano orate, saraghi, dentici, tanute, pagelli, tracine, occhiate e non sono rare le mormore di taglia. Nei mesi estivi, sino all’autunno inoltrato, lecce e ricciole si avvicinano alla costa e non è difficile insidiarle con il vivo, sia a fondo che a galla.
Per gli sparidi sopracitati, le esche migliori sono il verme di rimini, il bibi ed il murice. In particolare il verme di rimini, in questo spot, ha sempre regalato prede di generose dimensioni (orate e dentici), innescando la parte più dura del verme, cioè quella della testa. Rare le rocce che potrebbero infastidire l’azione di pesca, non serve la lunga distanza, anche se è consigliato lanciare al di là del primo gradino, oltre i 35/40 metri da riva.
Rabac è completamente aperto a tutti i venti da sud, discretamente protetto da Bora (est-nord/est) e venti da nord-nord/ovest. Frequenti quindi le mareggiate (anche molto forti) e le relative interessanti scadute. Lo spot si è rivelato produttivo anche in fase di fele, soprattutto con i pagelli.
Molto tranquillo durante la notte, discretamente illuminato dai lampioni della passeggiata del lungomare; da metà giugno a settembre inoltrato è quasi impossibile pescare nelle zone centrali del paese, causa la massiccia presenza di turisti. Dall’Italia si raggiunge in un’ora di macchina circa (105 km).